lunedì 22 aprile 2013

"ICARO... DEVIAZIONI DI PERCORSO" QUARTO AL CONCORSO MODERN FACTORY!


Congratulazioni ale ragazze del nostro corso Avanzato di Danza Contemporanea tenuto dalla Maestra Serena Loprevite, che al Concorso Modern Factory di Torino sono arrivate quarte e soprattutto hanno vinto una borsa di studio per il Workshop di Leccestate data dal Maestro Mauro Astolfi!

Questa bella foto è della nostra Giulia Pistone:

mercoledì 17 aprile 2013

Occhio alla vostra casella di posta!

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giovedì 11 aprile 2013

Se ti fa male il collo... del piede!

guarda questa foto su Pinterest
Ballare è bellissimo, e su questo siamo tutti d'accordo. In questo periodo di preparazione al Saggio Spettacolo, poi, siamo tutti emozionati, dallo staff agli allievi più piccoli. Molti di voi iniziano a provare anche a casa i passi delle coreografie scelte dai vostri insegnanti. Bravi, e meritevoli; ma fate attenzione ai vostri piedini, che vanno curati al minimo sospetto che qualcosa non stia andando per il verso giusto e, se necessario, mostrati a un podologo o un ortopedico.

Ecco alcuni dei principali problemi che i piedi di un ballerino possono rilevare:

Vesciche: sono bolle piene di liquido, dolorose e fastidiose, dovute allo sfregamento della pelle contro la scarpetta; rimedio della nonna, ma sempre efficace, il pediluvio con acqua tiepida; sconsigliamo di bucarle: molto meglio applicare dei cerotti appositi (in farmacia li troverete senza problemi)  che hanno il compito di riassorbire la vescica in tempi brevi senza lesionarla.

Verruche: sono legate a un'infezione o a un problema a carico del sistema immunitario, e l'asportazione è chirurgica. Rivolgetevi a un podologo e non fate mai da soli!

Calli, duroni: sono dovuti, nei ballerini, a microtraumi e sovraccarichi pressori sulla stessa zona. Se li avete, dovete necessariamente affidarvi a un professionista per rimuoverli; per prevenirli, potrebbe essere sufficiente utilizzare cuscinetti in silicone e cerotti imbottiti, anch'essi facilmente reperibili in farmacia.

Alluce valgo: è una patologia seria che comporta la "deviazione" innaturale dell'alluce verso le altre dita; nella danza, ricorre soprattutto in quei ballerini che hanno il cosiddetto piede egizio, in cui l'alluce è il dito più lungo del piede. Prima di ritrovarvi deformi, osservate le vostre estremità, e chiamate un medico se avete il sospetto che il "pollicione" stia perdendo la retta via.

Tendiniti: dolorose e identificabili dal caratteristico bruciore intenso legato al movimento, non vanno affatto trascurate, perché sono sintomo di una lesione o di un'infiammazione a carico dei tendini. Il riposo - non c'è alcuna alternativa - è la soluzione migliore per poter affrontare questa patologia. E, una volta curata da un professionista, va individuato il movimento artistico errato che l'ha generata: con l'aiuto del vostro insegnante non sarà difficile capire come ve la siete procurata e fare in modo che non accada di nuovo.

lunedì 8 aprile 2013

"Ballerina Project": il virus benefico della danza


C'è un fotografo, nato a Honolulu che abita a New York, che una mattina di tredici anni fa si è svegliato con un certo languore.

Quel tipo di languore lo conosce bene chiunque abbia nel cuore un'arte, una passione, un sogno: è quello sfarfallio di visceri che ti spinge a creare, quel movimento interiore dal quale può nascere un quadro, una poesia, un disegno... una foto.

Con quel languore, il fotografo di Honolulu, che di nome fa Dane Shitagi, ha passato giorni e notti, se l'è portato appresso per la Grande Mela, finché non gli è esploso nel cuore.

Così inizia l'ambizioso "Ballerina Project", che sta diventando un caso in tutto il mondo. Si tratta di un progetto fotografico che coinvolge ballerine professioniste, danzatrici che hanno lavorato o lavorano attualmente all'American Ballet Theater, al Boston Ballet, al Birmingham Royal Ballet, al Dresden Semperopera Ballet, e ancora Tulsa Ballet, Pennsylvania Ballet, Complexions Contemporary Ballet, Miami City Ballet, Suzanne Farrell Ballet, Ballet West and New York City Ballet; nelle loro performance artistiche vengono "congelate" da uno scatto immerso nel contesto cittadino artistico e urbanistico che ha il pregio di "restituire la danza al popolo" per usare parole dell'Huffinghton Post, in un modo semplice e d'effetto.

Questa serie di scatti di alto valore emozionale sono raccolte in più canali  - tra cui Pinterest e Facebook - e si propongono, attraverso la commercializzazione di se stesse in rete, di autosostenere il progetto e portarlo a un'evoluzione, sotto forma di cortometraggi dedicati alla danza.

Tutto il mondo ha raccolto questa idea e l'ha interpretata: qui sta il vero fulcro del progetto, il suo carattere virale che parte dalla conquista emozionale: ogni città sta facendo partire un Ballerina Project: in ogni angolo di mondo c'è poesia e arte da ritrarre attraverso la fluidità corporea dei ballerini, che è sfondo urbano e al tempo stesso forza creatrice: dal cuore della città al cuore dell'arte, l'uno sposa l'altro.
E questo ci conquista, ci ispira, ci innamora, come solo la danza sa fare.




martedì 2 aprile 2013

Hip Hop, Break Dance e Freestyle: dal Bronx al palcoscenico

New York è sempre stata un fermento di idee, novità e sperimentazioni, dovute alla grande varietà etnica che popola la città, la arricchisce e la rende quel meraviglioso melting artistico e culturale che attira ogni giorno milioni di turisti; si va per viverla, la città, la Grande Mela, per respirarne l'afrore d'entusiasmo e di sfida.
È nei Blocks del Bronx, il quartiere a maggioranza etnica ispanica e afroamericana, che nasce il germe di quello che oggi riconosciamo come un marchio che passa dalla musica, all'arte, alla danza, ben preciso e codificato.
Si parla di Block Parties già dal 1930, ma raggiungono la forma di feste di quartiere (ma molto di più, quasi un rituale collettivo) solo negli anni '70: ad attirare le folle sono i grandi impianti sonori portatili, che i Dj
utilizzavano per competere tra loro. Il primo a isolare brani di sole percussioni (i cosiddetti breakdown) fu Dj Kool Herc, considerato un po' il padre del rap; successivamente, gruppi sempre più nutriti di giovani iniziarono a ballare sopra i breaks (vi dice nulla il termine Break Dancer?) e i Masters Of Ceremonies ("Maestri di Cerimonia" di queste feste, conosciuti ancora e solo come "MC") a parlare sopra questi brani ritmici. Ecco nascere uno stile nuovo, che si ispira al toasting - la narrazione di gesta di eroi - e ai dozens, scambi di insulti in rima, unendovi passi a ritmo e con una certa attitude ( l'immancabile atteggiamento hip hop) sfacciata, di sfida.
Keith Haring fu un pittore e writer considerato principale esponente della cultura Hip Hop in arti visive
Nel ghetto la sperimentazione avanza veloce, e tutti, proprio tutti, visto il carattere corale e a costo zero di queste manifestazioni, possono apportare qualche nuovo elemento. Ecco perché al giorno d'oggi, l'hip hop ha varie forme: basti pensare al freestyle, al beatboxing (l'imitazione del suono delle percussioni con la voce), all'evoluzione artistica del writing (i graffiti, per capirci: vi ricordate Keith Haring?).

Tuttavia, la Break Dance e l'hip hop in danza rimangono differenti e distinguibili. Per Hip Hop intendiamo stili come il locking, che abbina movimenti veloci delle braccia a movimenti fluidi e molleggiati sulle gambe, sempre non dimenticando l'attitude; o il popping, che combina il funk a una rapida contrazione dei muscoli alternata a un improvviso rilassamento dei muscoli che causa una sorta di scatto (un pop, appunto) nel corpo del ballerino; talvolta, anche il krumping, una forma leggera ed espressiva della danza hip hop nata per combattere l'aggressività e l'ansia che correvano per le strade del Bronx.

Oggi la danza Hip Hop, così come la musica che la accompagna, è stata sdoganata ed è contaminata dal pop; basti pensare a Rihanna, una delle regine di questo genere, o a Pink, che nasce hip hop singer e si evolve in popstar nel giro di qualche album e, perché no, anche a Jennifer Lopez, che continua a definirsi, nonostante la virata di genere, "still Jenny from the block", sempre la Jenny del quartiere, la scugnizza che era da ragazza, quando danzava per le strade.

A noi l'Hip Hop piace: è un modo per sfogare in modo positivo le negatività, acquisire sicurezza, ritemprarsi di energia e affrontare con un po' più di grinta se stessi e il mondo.
Tutto sommato, è per questo che si è diffuso: per canalizzare tutto il magma emozionale che l'essere umano si porta dietro, quotidianamente, nel grigiore cittadino, e trasformarlo in pura arte.